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CALVELLO 06-03-2014

Come previsto dal piano comunale di Protezione Civile del Comune di Calvello, sono state definite le aree d'attesa di emergenza, cioè luoghi di prima accoglienza per la popolazione in caso di un evento sismico. Queste aree sono state indicate mediante delle tabelle posizionate in tutto il paese, in modo tale da garantire a tutti i cittadini di poter raggiungere l'area più vicina alla propria abitazione. Inoltre a breve ogni famiglia calvellese riceverà l'opuscolo "Protezione Civile in famiglia" realizzato dal Comune Calvello e la Protezione Civile Calvello, nel quale sono indicate le suddette aree e informazioni molto utili. 

NEL SEGUITO IL DETTAGLIO DELLE AREE DI EMERGENZA

 

  •   San Nicola /Trinità

    Area d’attesa A1 San Nicola/Trinità
    quest’area comprende tutta la parte nord del paese, precisamente la zona trinità, zona San Nicola e zona riviera umberto

  • Area d’attesa A2 Area Fiera
    Quest’area comprende la parte centrale del paese, precisamente via Calvello-Marsicovetere
  • San Giuseppe
    Area d’attesa A3 San Giuseppe

     quest’area comprende in parte tutta la parte nord del paese, in particolare via San Giuseppe.

  • Area d’attesa A4 via S. Milito
     quest’area comprende in parte la zona ovest del paese, in particolare dal palazzo Lapetina sino alla curva di Santa Maria Bertilla.
  • Acqua Solfurea
    Area d’attesa A5 via acqua solfurea
     
    quest’area comprende la restante parte della  zona ovest del paese, in particolare dalla curva Santa Maria Bertilla e a seguire per tutta la strada per acqua solfurea.
  • Area d’attesa A6 Chiesa Madre
     quest’area comprende tutto il corso principale del paese, da piazza G. Falcone a piazza Marconi
    .
  • Sant'Antuono 
    Area d’attesa A7 Sant’Antuono
     quest’area comprende una buona parte sud del paese, in particolare tutto il rione Sant’Antuono.
  • Rione Vallone
    Area d’attesa A8 Rione Vallone
    quest’area comprende uno dei quartieri storici del paese, tutta la zona del rione Vallone ed in parte la zona piano.
  • Parco Giochi
    Area d’attesa A9 Fiumara La Terra

    quest’area comprende la zona che parte dal Ponte di Sant’Antuono sino al parco giochi, compresa anche una buona parte della zona Piano.
  • Piazza Europa
    Area d’attesa A10: via Aldo Moro 
    quest’area comprende la restante parte sud-est del paese, in particolare dalla zona parco giochi sino alla zona cimitero.
  • Foro boario
    Area di Ammassamento

     come da piano comunale di Protezione Civile, l’area di ammassamento finale è stata individuata presso il “Foro Boario”.

 

COME GIA’ DETTO IN PRECEDENZA, QUESTE AREE SONO PUNTI D’ATTESA CHE IL COMUNE DEVE OBBLIGATORIAMENTE INDIVIDUARE E COMUNICARLO AI CITTADINI, IN MODO TALE DA POTER FRONTEGGIARE UN’EVENTUALE EMERGENZA. LA POPOLAZIONE DOVRA’ RECARSI PRESSO L’AREA PIU’ VICINA ALLA PROPRIA ABITAZIONE.

 

 

SFOGLIA L'OPUSCOLO "PROTEZIONE CIVILE IN FAMIGLIA" a cura della Protezione Civile Calvello e il Comune di Calvello

CALVELLO 06-03-2014:

Consegna presso l'istituto comprensivo "Alfieri" sezione di Calvello, degli opuscoletti "Protezione Civile in famiglia". Riportiamo di seguito il messaggio scritto dal sindaco M. D. Antonio Gallicchio:"Questa mattina sono state consegnate agli alunni della scuola di calvello gli opuscoli informativi protezione civile in famiglia. Nei prossimi giorni verranno consegnati a tutte le famiglie. Ringrazio la Protezione Civile Calvello e il preside Lardo per la collaborazione."

A breve sarà disponibile sul nostro sito l'opuscolo in formato scaricabile per tutti gli utenti. Di seguito alcune immagini dell'evento.

Cerimonia di commemorazione Sottotenente Antonio Cambriglia (1920-1944) medaglia d’oro al valor militare.
Il sottotenente Cambriglia Antonio di Michele e di Tolve Antonietta, nacque in Calvello il 18 gennaio 1920. All’epoca dell’armistizio ( dopo l’ 8 settembre 1943) si trovava a Napoli ove partecipò attivamente alla lotta delle 4 giornate (27-30 settembre 1943).
Convinto che la via migliore da seguire in quel momento fosse quella di mettersi a fianco degli anglo-americani, si arruolò presso la 5° Armata Statunitense.
Dopo un corso di paracadutismo venne lanciato il 17 luglio 1944 nella zona dell’Italia settentrionale occupata dai tedeschi ove, con gli altri elementi locali, partecipò alla lotta durante la quale il 30 novembre 1944 cadde colpito a morte in Val Giuncato, sulle pendici del Monte Picchiaro nei pressi di La Spezia.
Fu decorato di Medaglia d’Oro al valor militare - alla memoria - (B.U. 1945 pag. 1049).
Il Comune di Calvello, nel 1961, ha dedicato alla memoria dell’eroico caduto l’edificio della scuola elementare di Piazza Falcone.

  • On line il Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico

    Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014

     

    E’ stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 79 del 4 aprile 2014 la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014 relativa al Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico. La Direttiva fornisce - per quanto riguarda il rischio sismico - le indicazioni per la redazione della pianificazione dell’emergenza, in particolare di livello nazionale, in continuità con le indicazioni riportate nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 dicembre 2008, presupposto indispensabile per assicurare la capacità di allertamento, attivazione e intervento del Servizio nazionale della protezione civile in caso di emergenza.

    Dopo il terremoto del 2009 in Abruzzo e quelli in Emilia Romagna e nel Pollino del 2012, infatti, è emersa la necessità di superare il classico approccio alla definizione di scenario di riferimento contenuto nei piani di emergenza nazionali, che non devono essere tarati per fronteggiare un singolo evento di riferimento, anche se storicamente significativo, ma devono consentire l’intervento rispetto a qualsiasi terremoto nell’area oggetto di pianificazione. Tappe importanti per la redazione del documento sono state le attività di pianificazione realizzate in occasione delle due esercitazioni nazionali di protezione civile che si sono svolte in Calabria nel 2011 e in Basilicata nel 2012. La Direttiva è stata condivisa con le Regioni e le Province Autonome, con le strutture operative nazionali, con le aziende dei servizi essenziali e di viabilità, ed è stata approvata in Conferenza Unificata a novembre 2013.

    La pianificazione di emergenza per il rischio sismico. La pianificazione dell’emergenza di protezione civile è un’attività di sistema, cui devono concorrere tutti i soggetti competenti, ed è su questo presupposto che la Direttiva dà indicazioni per definire i piani di emergenza ai vari livelli. L’efficacia della risposta del Sistema nazionale della protezione civile a un’emergenza, infatti, è fortemente condizionata dalla piena e completa definizione di adeguati strumenti di pianificazione comunali, intercomunali e provinciali e dalla definizione del modello d’intervento regionale. Queste pianificazioni, da un lato, devono fornire indicazioni sulle modalità di attivazione del sistema territoriale di protezione civile e, dall’altro, riportano gli elementi conoscitivi di base utili alla piena applicazione del modello d’intervento nazionale.

    Il modello d’intervento. Il Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico stabilisce che nei piani di emergenza deve essere definito il modello d’intervento, che riporta l’insieme delle azioni e degli elementi funzionali alla gestione operativa che consentono di fronteggiare una situazione di emergenza. Il modello d'intervento definisce ruoli e responsabilità dei vari soggetti coinvolti, con il relativo flusso delle comunicazioni, e individua anche i luoghi del coordinamento operativo. In emergenza, vista la complessità delle attività da realizzare e la numerosità dei soggetti coinvolti, il lavoro è organizzato per obiettivi assegnati alle diverse funzioni di supporto attivate nei centri di coordinamento. Tutti gli enti e le amministrazioni competenti in ordinario rispetto alle diverse tipologia di attività contribuiscono al raggiungimento di questi obiettivi. L’attivazione delle funzioni di supporto è comunque flessibile e variabile a seconda delle caratteristiche dell'evento.

    I Piani nazionali. La Direttiva introduce per la prima volta la definizione dei Piani per l’attuazione delle misure di emergenza o Piani nazionali (art. 5, comma 2 della legge n. 401/2001), da redigere su scala regionale, e composti da una prima parte descrittiva sulla struttura organizzativa nazionale e da una seconda con l’organizzazione di protezione civile e gli elementi conoscitivi del territorio. 
    La struttura organizzativa nazionale, articolata per funzioni di supporto, è indipendente dalla localizzazione dell'evento e individua gli obiettivi e le azioni che vengono realizzate, in caso di emergenze nazionali, dal Comitato operativo della protezione civile e dalla Direzione di Comando e Controllo. L'organizzazione di protezione civile e gli elementi conoscitivi del territorio di una determinata regione, invece, sono definiti in base alle informazioni fornite dalle Regioni e dalle Province Autonome al Dipartimento della Protezione Civile, e che sono contenute nei piani di emergenza regionali e provinciali. Gli elementi contenuti nella seconda parte dei Piani nazionali permettono di perseguire gli obiettivi riportati nella struttura organizzativa nazionale.

    I Piani di settore delle componenti e delle strutture operative. La Direttiva stabilisce che le componenti e le strutture operative devono predisporre pianificazioni di settore che consentano l’integrazione del proprio modello organizzativo per l’intervento in caso di emergenza di protezione civile, con le attivazioni dei livelli nazionale e territoriali, nel rispetto dell’organizzazione interna e della propria catena di comando e controllo.

    La verifica dei Piani, la formazione e la comunicazione. Il Programma nazionale di soccorso fornisce indicazioni per aggiornare e verificare i piani di emergenza, anche attraverso periodiche esercitazioni e prevede che vengano promossi percorsi formativi per gli operatori chiamati a partecipare alla redazione e all’attuazione dei piani, nonché iniziative e percorsi educativi sulla cultura di protezione civile, soprattutto per supportare i Sindaci nella comunicazione ai cittadini dei contenuti dei piani di emergenza.

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