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Inaugurato un centro multifunzionale a Montegallo

25 settembre 2016

Realizzato dai volontari e tecnici dell’Emilia-Romagna

Inaugurazione centro multifunzionale a MontegalloGarantire servizi che rappresentano il collante e l’identità di una comunità: con questa finalità è stato realizzato dall’Emilia Romagna un centro polifunzionale a Montegallo, in provincia di Ascoli Piceno, Comune adottato dalla Regione dopo il terremoto del 24 agosto.

All’inaugurazione, che si è tenuta stamattina, hanno partecipato il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizo Curcio, il commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani, la vice-presidente della Regione Marche Anna Casini, l’assessore alla protezione civile dell’Emilia-Romagna, Paola Gazzolo e il sindaco di Montegallo, Sergio Casiani.

La cittadella è composta da 42 moduli riscaldati e con opere di urbanizzazione complete - dalla rete fognaria all’illuminazione - dove sono collocate le sedi del Municipio, della Scuola primaria ‘G.M. Rizzi’, della farmacia e dell’ambulatorio del medico di base e del Corpo forestale dello Stato, oltre a una chiesa.

Il capo Dipartimento ha sottolineato come questa inaugurazione ci ricorda che la donazione deve essere fatta secondo le esigenze di chi riceve il dono. La realizzazione del centro è stata inserita, infatti, in un progetto pensato e ragionato insieme al territorio.

Il centro, che si trova nel campo sportivo del paese a Balzo, è stato realizzato in poco più di due settimane da volontari e tecnici della Regione Emilia Romagna.

Terremoto Centro Italia: procedure per la messa in sicurezza dei beni culturali

25 settembre 2016

Disciplinati i sopralluoghi di primo e secondo livello e le attività di messa in sicurezza dei beni culturali immobili e mobili

recupero di un bene dalla chiesa di castelluccio di nociaAvviate fin dai giorni successivi al terremoto del 24 agosto, le attività relative alla salvaguardia dei beni culturali sono realizzate secondo le disposizioni emanate il 21 settembre dal Soggetto Attuatore del Mibact-Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo, arch. Antonia Pasqua Recchia nominata dall’ordinanza n. 393 del 13 settembre 2016 .

La struttura di riferimento è individuata nella funzione Beni culturali della Direzione di Comando e Controllo (Dicomac), che ha il ruolo di monitorare e supportare le attività avviate dai Centri di coordinamento regionale. La funzione comprende referenti del Dipartimento della protezione civile, tecnici del Mibact e del Comando Carabinieri-Tutela Patrimonio Culturale. Per garantire il necessario raccordo istituzionale, i tecnici del Mibact sono presenti anche all’interno dei Centri di coordinamento delle quattro regioni colpite – Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria – con la funzione di garantire un collegamento tra i Centri e le Unità di Crisi Coordinamento regionale (Uccr) del Mibact.

Ambito di applicazione delle procedure
Le procedure riguardano gli interventi che coinvolgono beni vincolati o di interesse culturale. Per gli interventi che coinvolgono beni vincolati o di interesse culturale ma prioritariamente finalizzati alla tutela della pubblica incolumità, al ripristino dei servizi o della viabilità valgono le procedure per la messa in sicurezza temporanea post-sismica descritte nella nota del 15 settembre 2016 (“Attivazione dei Gruppi tecnici di sostegno presso i Centri di coordinamento regionale”).

Le procedure per i sopralluoghi speditivi o di primo livello
Sono realizzati da tecnici regionali Mibact, sulla base di segnalazioni o riscontri diretti, per avere un quadro generale del danno subito dal patrimonio culturale. Gli esiti dei sopralluoghi di primo livello costituiscono un elemento importante per la definizione delle priorità degli interventi.

Le procedure per i sopralluoghi di secondo livello
Sono realizzati da squadre sono composte da tecnici regionali Mibact ed esperti strutturisti provenienti da Università e Centri di competenza del Dipartimento della Protezione Civile. Nel caso in cui i sopralluoghi interessino la zona rossa o di grave danneggiamento dell’immobile, le squadre sono integrate anche da unità dei Vigili del Fuoco. Se invece l’immobile è sottoposto a sequestro giudiziario, occorre ottenere il nulla osta dell’Autorità giudiziaria tramite il Comando dei Carabinieri-Tutela Patrimonio Culturale. Ogni giorno la funzione Beni culturali della Dicomac e i Centri di coordinamento regionale ricevono il report con gli esisti dell’agibilità degli edifici. A loro volta i Centri di coordinamento regionale trasmettono gli esiti di agibilità alle autorità competenti per l'adozione delle misure urgenti a tutela della pubblica incolumità. 

Le procedure per gli interventi di messa in sicurezza dei beni culturali immobili e mobili

Le attività di messa in sicurezza dei beni culturali immobili vincolati o di interesse culturale sono pianificate e realizzate nell’ambito dei Centri di coordinamento regionale da tecnici Mibact con il supporto dei Vigili del Fuoco o dei Centri di competenza. Nel caso specifico del recupero dei beni culturali mobili – tele, statue, beni archivistici, ecc – la Dicomac può attivare, su richiesta dei tecnici regionali Mibact, anche squadre di volontari di protezione civile specializzate. In entrambi i casi, se l’immobile vincolato su cui si interviene è sottoposto a sequestro giudiziario, occorre sempre ottenere il nulla osta dell’Autorità giudiziaria tramite il Comando dei Carabinieri-Tutela Patrimonio Culturale. L’ordine di priorità degli interventi è individuato dal Soggetto Attuatore per i beni culturali, in coordinamento con il Soggetto Attuatore dei Vigili del Fuoco, sulla base delle indicazioni pervenute dai tecnici regionali Mibact.

Terremoto Centro Italia: una sintesi dell’ordinanza n.396

25 settembre 2016

Tra i temi, il ripristino della capacità di risposta alle emergenze del Servizio nazionale della Protezione civile

Immagine di un provvedimento Il 23 settembre 2016 è stata firmata dal Capo Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio la settima ordinanza di protezione civile per la gestione dell’emergenza terremoto, che lo scorso 24 agosto ha colpito il territorio delle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo.
Di seguito riportiamo una sintesi di alcuni degli argomenti disciplinati dall’ordinanza.


Ripristino della capacità di risposta alle emergenze del Servizio nazionale della Protezione civile
. Per garantire il ripristino della capacità di risposta alle emergenze del Servizio nazionale della protezione civile nel più breve tempo possibile, il Dipartimento della Protezione Civile si occupa della ricognizione dei fabbisogni per ristabilire la funzionalità e la manutenzione straordinaria dei mezzi e delle attrezzature utilizzati per l’emergenza, delle componenti e strutture operative impegnate nelle attività di soccorso ed assistenza alla popolazione. Nel caso in cui non fosse conveniente il ripristino, la ricognizione è finalizzata all’eventuale reintegro o sostituzione.

Benefici normativi. Le Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria e le altre Regioni e Province Autonome intervenute con le colonne mobili o con squadre di volontari trasmettono al Dipartimento della protezione civile gli esiti dell’istruttoria per la liquidazione dei rimborsi richiesti in base agli articoli 9 e 10 del decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 2001, n. 194 per gli interventi svolti dalle organizzazioni di volontariato di protezione civile iscritte nei rispettivi elenchi territoriali, impiegate in occasione dell'emergenza. Dopo le opportune verifiche, il Dipartimento trasferisce alle Regioni interessate le somme necessarie per la liquidazione dei rimborsi.
Per i rimborsi richiesti dalle organizzazioni di volontariato di protezione civile iscritte nell'elenco centrale, si occupa dell’istruttoria e della liquidazione direttamente il Dipartimento della protezione civile.

Personale del Servizio Nazionale. Sono individuate ulteriori disposizioni relative al personale impiegato nelle attività connesse alla gestione emergenziale, con l’obiettivo di garantire una piena operatività del Servizio Nazionale.

Un team di esperti del progetto Promedhe visita i luoghi colpiti dal terremoto

27 settembre 2016

L’attenzione si è rivolta alle azioni avviate per il recupero dei beni culturali

lezione esperti promedhe nella dicomac  Si è tenuta oggi, 27 settembre, nei luoghi colpiti dal terremoto del 24 agosto la visita di un team di esperti del Progetto Promedhe - Protecting Mediterranean Cultural Heritage during Disasters. Il gruppo ha iniziato la sua visita dalla Dicomac, centro del coordinamento dell’emergenza, e ha poi proseguito su alcuni dei luoghi più colpiti da sisma, approfondendo le criticità legate alla salvaguardia dei beni culturali mobili e immobili danneggiati dal sisma.

Obiettivo della missione è stato studiare e vedere come il sistema di protezione civile italiano si sia attivato per far fronte a un’emergenza che ha interessato un territorio ad alta densità di beni culturali. Particolare attenzione è stata rivolta ad esaminare le procedure di gestione e recupero dei beni culturali, considerando l'importanza del coordinamento tra le varie figure professionali coinvolte.

Il progetto Promedhe coinvolge le strutture di protezione civile di cinque paesi del bacino del Mediterraneo – Italia, Cipro, Israele, Palestina, Giordania – con l’obiettivo di lavorare insieme per migliorare la capacità nazionale e regionale di far fronte a una calamità che colpisce territori con patrimoni culturali di alto valore. Oltre a questo, vuole favorire lo scambio di esperienze e strumenti tra questi Paesi e il Meccanismo europeo di protezione civile.

Il team comprende esperti di protezione civile e beni culturali dei Paesi coinvolti nel progetto e di altri Paesi dell'Unione europea, dell’Unesco e di Iccrom, organizzazione internazionale attiva su protezione beni culturali in caso di disastri. Il gruppo, nei prossimi giorni, proseguirà la sua attività a Lucca, dove si lavorerà alla definizione delle azioni prioritarie del progetto con riferimento ai contesti nazionali e regionali.

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