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Maltempo: allerta per nevicate al nord, temporali e venti forti al sud

3 febbraio 2015

Criticità arancione su Campania, Basilicata, parte della Calabria e della Sardegna


Proseguono gli effetti della vasta area di bassa pressione estesa sull’Europa e alimentata da aria fredda di provenienza artica che, nelle prossime ore, determinerà un peggioramento delle condizioni meteorologiche sulla nostra penisola, con nevicate sul nord-ovest e sulle zone appenniniche del centro, piogge e rinforzo dei venti al sud. 

Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le Regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un ulteriore avviso di condizioni meteorologiche avverse che integra ed estende quello diffuso ieri. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino di criticità consultabile sul sito del Dipartimento (www.protezionecivile.gov.it).

L’avviso prevede dal pomeriggio odierno, martedì 3 febbraio, precipitazioni a prevalente carattere nevoso mediamente al di sopra dei 100-300 metri su Liguria, Piemonte ed Emilia-Romagna, con accumuli al suolo moderati o localmente abbondanti; su Lazio, Abruzzo e Molise sono previste nevicate mediamente al di sopra dei 600-800 metri, con accumuli al suolo moderati o localmente abbondanti.

L’avviso prevede, inoltre, precipitazioni - anche a carattere di rovescio o temporale - su Campania, Basilicata e Calabria, accompagnate da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, grandinate e forti raffiche di vento. Si prevedono, infine, venti forti con rinforzi di burrasca dai quadranti meridionali su Campania, Molise, Basilicata, Calabria e Puglia, con mareggiate lungo le coste esposte.

Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per domani criticità arancione per rischio idrogeologico localizzato su Campania, Basilicata e sul versante tirrenico settentrionale della Calabria, nonché sull’Iglesiente e sull’Oristanese in Sardegna. Criticità gialla per rischio idraulico e idrogeologico su buona parte della Penisola, dalla Toscana tirrenica al Molise, oltre che su parte della Calabria e della Sardegna.

Il quadro meteorologico e delle criticità previste sull’Italia è aggiornato quotidianamente in base alle nuove previsioni e all’evolversi dei fenomeni, ed è disponibile sul sito del Dipartimento della Protezione Civile (www.protezionecivile.gov.it), insieme alle norme generali di comportamento da tenere in caso di maltempo. Le informazioni sui livelli di allerta regionali, sulle criticità specifiche che potrebbero riguardare i singoli territori e sulle azioni di prevenzione adottate sono gestite dalle strutture territoriali di protezione civile, in contatto con le quali il Dipartimento seguirà l’evolversi della situazione.

Maltempo: allerta per nevicate al nord, temporali al centro-sud e venti forti su buona parte delle regioni

4 febbraio 2015

Criticità arancione su Campania, Emilia Romagna e Marche

La vasta area di bassa pressione, presente ormai da alcuni giorni su gran parte dello scenario europeo, non accenna ad allentare la sua morsa. Alimentata da aria fredda continuerà a determinare condizioni di maltempo anche sulla nostra Penisola dove si registreranno nevicate, piogge, temporali e forte ventilazione.

Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le Regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un ulteriore avviso di condizioni meteorologiche avverse che integra ed estende quello diffuso ieri. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino di criticità consultabile sul sito del Dipartimento (www.protezionecivile.gov.it).

L’avviso prevede dalla nottata di oggi, mercoledì 4 febbraio, precipitazioni a carattere nevoso mediamente al di sopra dei 200-400 metri su Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia con accumuli al suolo da moderati ad abbondanti. Sulle regioni centrali la quota neve si alza intorno ai 600-800 metri in particolare su Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise con accumuli al suolo moderati o localmente abbondanti.
Previste, inoltre, precipitazioni anche a carattere di rovescio o temporale su Marche e Lazio, in estensione, a Campania, Basilicata e Calabria. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, grandinate e forti raffiche di vento.
Venti di tempesta dai quadranti settentrionali interesseranno la Liguria; venti da forti a burrasca dai quadranti orientali su Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Marche; venti di burrasca sud-occidentali sulla Sicilia, in estensione a Campania, Basilicata e Calabria. Sono attese, dunque, mareggiate lungo le coste esposte.

Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per domani criticità arancione per rischio idraulico diffuso su Emilia-Romagna e Marche e per rischio idrogeologico localizzato sulla Campania. Criticità gialla, invece, è indicata su Abruzzo, Lazio occidentale, Marche meridionali, Molise, Umbria, sui bacini di Basilicata, Puglia e Calabria, sulle regioni centrali, sulla Sardegna e sulla Liguria.

Il quadro meteorologico e delle criticità previste sull’Italia è aggiornato quotidianamente in base alle nuove previsioni e all’evolversi dei fenomeni, ed è disponibile sul sito del Dipartimento della Protezione Civile (www.protezionecivile.gov.it), insieme alle norme generali di comportamento da tenere in caso di maltempo. Le informazioni sui livelli di allerta regionali, sulle criticità specifiche che potrebbero riguardare i singoli territori e sulle azioni di prevenzione adottate sono gestite dalle strutture territoriali di protezione civile, in contatto con le quali il Dipartimento seguirà l’evolversi della situazione.

Corpo nazionale soccorso alpino: firmati due nuovi accordi con le organizzazioni Anc e Ucis

4 febbraio 2015

Su impulso del Dipartimento rafforzati gli interventi di ricerca di persone scomparse

Firma accordi Cnsas Anc UcisAccrescere le capacità tecniche e le possibilità di impiego di unità cinofile in attività di ricerca di persone disperse in emergenza. Questo l’obiettivo degli accordi firmati oggi 4 febbraio presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile, il primo tra Corpo Nazionale Soccorso Alpino-Cnsas e Associazione Nazionale dei Carabinieri-Anc e il secondo tra Corpo Nazionale Soccorso Alpino-Cnsas e Unità Cinofile Italiane da Soccorso-Ucis.

Il Capo Dipartimento, Franco Gabrielli, all'atto della firma ha sottolineato che "questo è momento di estrema importanza, di grande significato, ed è la dimostrazione che quando l'intelligenza si coniuga con la generosità si ottengono grandi risultati. Soprattutto quando tre grandi organizzazioni, ciascuna con le proprie eccellenze, la propria storia, particolarità e specificità, si unisce ad altre organizzazioni e insieme fa un percorso di crescita del Sistema, credo sia sempre una buona notizia".

I due accordi sono stati stipulati anche grazie alla volontà del Dipartimento della Protezione Civile di consolidare la specializzazione tecnica delle due organizzazioni di volontariato, Anc e Ucis. Le due associazioni sono tra quelle che per caratteristiche operative e diffusione, assumono particolare rilevanza in raccordo diretto con il Dipartimento in caso di eventi di rilievo nazionale, nel settore della cinofilia da soccorso.

Gli accordi tengono inoltre conto dei “Criteri adottati dalle Associazioni che fanno parte della Consulta Nazionale del Volontariato di Protezione Civile per la formazione e l’impiego delle unità cinofile negli interventi in emergenza a carattere nazionale” elaborati nel dicembre 2012.

Le attività di ricerca dei dispersi contemplate nei documenti riguardano contesti in superficie, spesso luoghi impervi, con l’esclusione della ricerca in valanga e su terreno innevato.
Alle unità cinofile del Cnsas potranno essere affiancate unità dell’Anc e dell’Ucis precedentemente accertate in occasione di prove diversificate in base al territorio. Una Commissione Tecnica valuterà le unità cinofile che una volta superata la prova potranno essere inserite in un apposito elenco curato dal Cnsas.

Ogni Servizio Regionale e Provinciale del Cnsas potrà inoltre stabilire intese con le associazioni Anc e Ucis presenti sul proprio territorio, e definire accordi operativi in funzione delle risorse e delle necessità locali.

Sono istituite due Commissioni nazionali che avranno il compito di verificare e seguire quanto previsto dagli accordi quadro e che saranno formate da componenti del Cnsas e dell’Ucis e da componenti del Cnsas e della Anc. Ai lavori della Commissione potrà prendere parte un membro designato dal Dipartimento della Protezione Civile.

Etna: stato di attività

4 febbraio 2015

Resta moderata la criticità per l’area sommitale e assente per le aree del medio versante, pedemontana e urbana

Attività eruttiva dell'Etna - immagine di novembre 2013Dopo pochi giorni di quiescenza è ripresa l'attività eruttiva caratterizzata da una colata di lava nell’area sommitale del vulcano.

Le reti di monitoraggio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Osservatorio Etneo a partire dalle prime ore del 31 gennaio, hanno registrato un brusco incremento del tremore vulcanico e la ripresa dell’attività esplosiva dai crateri sommitali con emissione di cenere. Quest’ultima attività non risultava però chiaramente visibile a causa delle avverse condizioni meteo presenti nell’area.

Successivamente, alle 19:47 del 1° febbraio, è stata segnalata la presenza di una colata di lava in area sommitale. A partire dalla prime ore del 2 febbraio, l’ampiezza del tremore vulcanico e la blanda attività esplosiva sono progressivamente diminuite fino a riportarsi su un livello confrontabile con quanto osservato prima della ripresa dell’attività eruttiva. L’attività si è conclusa nel pomeriggio di ieri, 3 febbraio. A seguito di un sopralluogo, è stato rilevato che la colata lavica, costituita da vari bracci, ha raggiunto la quota di circa 2000m sul livello del mare sul versante sud occidentale del vulcano, fino a fermarsi in prossimità del sentiero “Pista altomontana”.

Sulla base delle osservazioni visive e strumentali dei fenomeni vulcanici, il Centro Funzionale Centrale per il Rischio Vulcanico del Dipartimento della Protezione Civile ha mantenuto la valutazione di criticità moderata per l’area sommitale del vulcano e di criticità assente per le aree del medio versante, pedemontana e urbana.

Il Centro Funzionale Centrale prosegue nell’attività di vigilanza attraverso i Centri di Competenza preposti al monitoraggio e alla sorveglianza dei vulcani italiani - Ingv e Università di Firenze - e attraverso le strutture operative e i presidi territoriali.

Immagine di repertorio

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